Mentre iniziavamo a scrivere questo articolo, è capitato di rivedere l’immagine della firma del Maestro: altre volte si vede un simile stile nella firma, ma di certo, pur senza neppure immaginare di potersi riconoscere musicologi, né storici della musica, tantomeno musicisti, da meri ascoltatori assidui di Musica, possiamo affermare convintamente che la musica di Giuseppe Verdi ha decisamente un suo stile. Da coristi possiamo dire che lo si intuisce dalle prime note che si iniziano a imparare nel leggere anche solo i suoi brani, quelli per coro sempre tutti sorprendentemente affascinanti ed emozionanti.
Figlio di un oste e di una filatrice, Giuseppe Fortunino Francesco inizia gli studi musicali da bimbo prendendo lezioni dall’organista della chiesa di Roncole di Busseto nel Ducato di Modena.
Grazie all’aiuto di Antonio Barezzi, commerciante e presidente della locale Filarmonica (quanto sono, da sempre, importanti le associazioni locali…), si iscrive al Conservatorio di Milano a 18 anni, ma non riesce a superare l’esame di ammissione per “scorretta posizione della mano nel suonare e per raggiunti limiti di età“. Oggi quel Conservatorio porta il suo nome.
Ma caparbiamente non s’arrende, grazie a una borsa di studio del Monte di Pietà di Busseto e all’aiuto del Barezzi, frequenta la Scala e prende lezioni private dal cembalista Vincenzo Lavigna.
Come uomo, Giuseppe Verdi viene generalmente descritto soprattutto per la sua personalità schiva, concreta, risoluta.
Inutile indugiare oltre su dati biografici ampiamente noti e comunque conoscibili (consigliamo, tra tutti, il bel sito ufficiale per i 200 anni di Verdi, www.giuseppeverdi.it, perché l’intento divulgativo pare ben concretizzato).
Convinto che la cultura non fosse fine a sé stessa, ma risorsa indispensabile per il lavoro di musicista e di uomo di teatro, Verdi era animato da un’instancabile determinazione nella ricerca artistica e scenica, oltre che musicale, che si univa a una forte personalità che spesso giungeva anche a condizionare gli autori con cui collaborava (suggeriva a volte anche i singoli versi ai librettisti).
Verdi fu innanzitutto uno spirito concreto, come dimostrano anche i suoi scritti privati, lontani da qualsiasi paludamento letterario. Le sue lettere, caratterizzate come sono da una scarsa preoccupazione formale e da un forte influsso della lingua parlata, ci restituiscono un’immagine di “istintiva originalità”, senza preoccupazione di epurarle da forme dialettali, né di ricercare formalismi o espressioni ricercate, assai spesso restando anzi totalmente estraneo alle convenzioni epistolari.
Anche in questi giorni, così come avveniva nel 2011, anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, si sottolinea come in Verdi si sia incarnato lo spirito risorgimentale: del resto egli ha vissuto a pieno i suoi giorni, concretamente, e non poteva ritirarsi su quella torre d’avorio ove, per alcuni, devono vivere i pensatori e gli uomini di cultura.
Nato nel Ducato di Modena, come si ricordava prima, dopo l’Unità è stato sugli scranni del Parlamento Italiano dal 1861 al 1865: la sua musica tutta, specialmente il Nabucco, I Lombardi alla Prima Crociata, Attila e Macbeth, esprimono il sincero amore patriottico di Verdi.
Noi coristi amiamo Verdi ricambiando il suo amore per i cori: ha scritto pagine emozionanti, monumentali per il coro, sia nelle sue opere liriche che nelle composizioni sacre, pagine che regalano a ogni coro, anche amatoriale qual è il nostro, la forte emozione di sentirsi dentro la Musica, partecipi di quel linguaggio che abbraccia tutto, ogni momento della vita interpretando a volte la rabbia, spesso il dolore ma anche la gioia, trovando la via che davvero, aldilà delle parole destinate a rimanere mute, solo attraverso la Musica giunge a definire i sentimenti e ad aiutare a riconoscere, dentro di noi, la ricchezza di essere uomini.
Abbiamo avviato il progetto “CentanniacCanto” in occasione della Festa di S.Cecilia (patrona della Musica) nel novembre 2009, tra gli altri con un concerto dedicato a Verdi di un valente pianista jazz.
Quest’anno il Concerto di S.Cecilia della ns. corale (come moltissimi concerti realizzati nei ns. quasi 100 anni di vita) sarà dedicato a Giuseppe Verdi, “Tutti i Colori di Verdi”, per soli, coro e pianoforte, nella bella Chiesa S. Francesco a Grosseto, venerdì 22 novembre ore 21,15. Vi aspettiamo tutti!
Viva Verdi!
Viva la Musica!