È in corso dal 27 settembre e fino al 20 gennaio, nelle Scuderie del Quirinale, la mostra “VERMEER – il secolo d’oro dell’arte olandese”.
Attratto dal prestigioso nome dell’autore della “Ragazza con l’orecchino di perla”, ho approfittato di un viaggio a Roma per visitare la mostra.
E’ stata da una parte una delusione e dall’altra una piacevole scoperta. La delusione è che dei numerosi quadri esposti, più di cinquanta, solo otto sono di Johannes Vermeer e tra questi non c’è nemmeno quello più famoso. Ma, e qui sta la piacevole scoperta, la mostra è ugualmente molto bella e interessante, un vero florilegio dell’arte olandese del XVII secolo.
Osservando le opere dei vari Jan van der Heyden, Gabriel Metsu, Pieter de Hooch, tanto per citare alcuni degli autori presenti oltre il Vermeer, ci troviamo quasi trasportati nel ‘600, nelle vie, nelle piazze, nelle case, nelle chiese, nei giardini dell’epoca, incontriamo gentiluomini e popolani, signore e cameriere, con i loro abbigliamenti, nei loro atteggiamenti, bambini che fanno le bolle di sapone, cani, gatti. Scene di vita quotidiana, insomma, rappresentate con profusione di particolari e dettagli, perfino più efficaci delle immagini fotografiche di epoche più moderne. Ci sono anche molti strumenti musicali, violoncelli, liuti, clavicordi, virginali e, tra i personaggi ritratti, musicisti, compagnie musicali, cantori, con i loro spartiti davanti, alcuni di essi colti con la mano alzata a marcare il tempo.
Un genere di pittura che mi piace molto, come mi piace ogni genere di arte figurativa di tipo “documentaristico” che ci trasmette attraverso le immagini, le atmosfere del nostro passato, della nostra storia.
Chi può ed è interessato a questo genere, vada a visitare la mostra; non ne resterà deluso.