Torniamo ad eseguire i Carmina Burana di Carl Orff, versione originale con due pianoforti e percussioni, a conclusione dell’anno di celebrazioni del centenario dell’Aeronautica Militare.
Appuntamento il 10 dicembre 2023 ore 18:30 nell’hangar 2 dell’Aeroporto Militare Baccarini.
I CARMINA BURANA
di Gaia Ulmi
La storia dei Carmina Burana parte da lontano ed è indissolubilmente legata alla figura del linguista tedesco Johann Andreas Schmeller che, nel 1847, pubblicò la raccolta di poesia omonima risalente al 1220/1250 conservata in un manoscritto nel convento benedettino di Beuern. La raccolta consisteva in un corpus di testi scritti per lo più in latino, altri in alto tedesco medio, provenzale antico e altri ancora in una miscellanea di latino vernacolare con tedesco o francese. Presentavano un contenuto vario che va da temi strettamente religiosi ad argomenti legati alla natura, goderecci e talvolta licenziosi.
Quasi un secolo dopo, nel 1934, Carl Orff scoprì questa opera e fu a tal punto affascinato dalla sua seducente arcaicità poetica da concepire immediatamente una “cantata scenica”, che ultimò nell’agosto del 1936. Il titolo recita testualmente: ”Carmina Burana. Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis”, cioè, “Canti profani per cantanti e cori accompagnati da strumenti e immagini magiche”.
Orff decise di comporre una musica originale nonostante nel manoscritto ci fossero tracce musicali. I Carmina Burana sono quindi caratterizzati da una forma strofica senza sviluppo, da una ritmica ossessiva e da una melodia costruita su brevi frammenti che dà molta importanza alla parola; c’è inoltre un totale rifiuto d’influenza della musica tardoromantica e delle avanguardie del Novecento.
In un grande coro introduttivo viene celebrata la Fortuna, la capricciosa dea della sorte. Questo coro costituisce una cornice per situazioni che si succedono secondo un ordine logico. All’inizio (“Primo vere”) si trova la lode alla primavera, alla natura e alle gioie dell’esistenza; la seconda parte (“In taberna”) narra dei piaceri terreni mentre la terza (“Cour d’amour”) è dedicata all’amore nelle sue molteplici varianti. Nel finale viene ripreso il coro iniziale alla fortuna.
La prima rappresentazione si tenne l’8 giugno del 1937 a Francoforte mentre la prima italiana fu al Teatro alla Scala di Milano il 10 ottobre del 1942.