Le 4 voci e il Coro – Estratto da EC Magazine 2/01, rivista edita da Europa Cantat, Fédération Européenne des Jeunes Chorales

Pubblichiamo l’articolo che segue perché è divertente e perché, a parte alcune malignità infondate sui BASSI, in realtà sulle altre sezioni ci troviamo perfettamente d’accordo;-))

La formazione corale tipo è composta da quattro sezioni: soprani, contralti, tenori e bassi. A volte questi ultimi si dividono ulteriormente, cosa che provoca frequenti ironie su bassi primi e secondi. A volte ancora ci si imbatte in termini come baritono, controtenore e mezzosoprano, termini che di solito sono riservati ai solisti o ai membri di formazioni corali di livello molto elevato (soprattutto per quanto riguarda i controtenori), oppure sono usati da tutti e da tutte coloro che non se la sentono di appartenere ad alcuna delle sezioni canoniche… ma questo non sarà argomento della nostra conversazione. Ogni sezione possiede una tessitura sua propria e una sua propria personalità. Ci si può domandare se il fatto di cantare in una determinata sezione possa influire o meno sul comportamento del corista. La questione è invero misteriosa e non è stata ancora oggetto di studi approfonditi; forse perché gli studiosi che si occupano dei musicisti sono musicisti essi stessi, e quindi essi stessi sono vittime dei luoghi comuni associati ai cornisti, così come ai tenori, ai timpanisti e così via… ma non è questo il nostro obiettivo. Il nostro obiettivo è quello di dimostrare che le quattro sezioni tipiche di una formazione corale sono facilmente riconoscibili. Ecco in che modo.

I SOPRANI sono la sezione più acuta, cosa che fa loro credere di essere le dominatrici dell’universo. Di solito hanno i capelli lunghi, indossano gioielli fantasiosi e gonne più vaporose delle altre coriste. Se non possono salire almeno al fa acuto in qualsivoglia brano, si sentono ferite nel loro amor proprio; ma se possono farlo, tengono la nota almeno una volta e mezzo più della durata prescritta dal compositore, salvo poi lamentarsi che il brano in questione è troppo acuto e che il compositore e il direttore sono dei sadici perversi. I soprani considerano tutte le altre sezioni di rango inferiore al loro, purtuttavia si comportano in modo diverso a seconda di chi si trovano davanti. Per un soprano, i contralti stanno ai soprani come i violini secondi stanno ai violini primi: gradevoli dal punto di vista armonico, ma tutto sommato superflui. Nel proprio intimo, ogni soprano pensa che la parte di contralto potrebbe essere tranquillamente abolita senza stravolgere l’essenza del brano: ma chi mai può cantare una parte così poco gratificante? Ai soprani, inoltre, piace circondarsi di tenori e cantare in duo con loro: si può flirtare (è risaputo che i soprani non amoreggiano mai coi bassi) e poi è così divertente vederli lavorare duramente per raggiungere una tessitura ancora medio-bassa… Quanto ai bassi, essi sono semplicemente i reietti dell’umanità: cantano sempre troppo forte e per giunta sono sempre calanti (ma come si può cantare bene in una tessitura così grave?) e poi, in fondo, chi canta in chiave di fa deve avere qualche problema… E però, quando arriva l’ora di tornare a casa, i soprani se ne vanno coi bassi, anziché coi tenori che tanto le fanno intenerire…

I CONTRALTI sono il sale del mondo, almeno così credono. Sono ragazze semplici che, se fosse loro permesso, ai concerti canterebbero in jeans e maglietta anziché con l’abito scuro. La loro posizione è unica all’interno del coro: non possono mai lamentarsi di cantare troppo in alto o troppo in basso e non sanno che le altre sezioni considerano il loro ruolo incredibilmente facile. Ma i contralti sanno che le cose non stanno esattamente così, perché mentre i soprani strillano a più non posso su un la acuto, loro devono eseguire passaggi complicati, pieni di diesis e di bemolli e per di più con ritmi assurdi, e quel che è peggio è che nessuno se ne accorge perché i soprani cantano troppo forte (come i bassi, del resto). I contralti farebbero carte false per far abbassare le parti dei soprani; esse nutrono una diffidenza innata nei confronti dei tenori, perché i tenori cantano grosso modo nella stessa tessitura dei contralti, ma meglio dei contralti (almeno, così dicono i tenori…). Invece si trovano bene a cantare in duo con i bassi: dal momento che la tessitura dei bassi non è generalmente acuta, è l’unica occasione di farsi sentire veramente. Un altro motivo di cruccio per i contralti è che sono sempre troppi e che per questo motivo non possono mai cantare davvero forte.

I TENORI sono dei bambini viziati (e con questo abbiamo detto tutto). La ragione è una sola: non ce ne sono mai abbastanza e i direttori di coro venderebbero la loro anima al diavolo piuttosto di lasciarsi sfuggire un solo tenore anche poco dotato… mentre sarebbero pronti, in qualsiasi momento, a sbarazzarsi di qualche contralto per un soldo bucato. Fra l’altro, per qualche oscuro motivo, quei pochi tenori che ci sono, sono veramente bravi (fa parte della logica delle cose e delle seccature della vita). E allora si capisce immediatamente la ragione per cui i tenori sono così strambi; dopo tutto, senza di loro, chi farebbe andare i soprani in brodo di giuggiole? La sola cosa che può veramente turbare i tenori è l’accusa (mossa principalmente dai bassi) che non si può essere dei veri uomini e contemporaneamente cantare note così acute. Ma i tenori reagiscono energicamente, come è loro abitudine, lamentandosi del sadismo del compositore che li fa cantare così in alto. Il rapporto dei tenori col direttore di coro è a metà strada tra l’amore e l’odio, perché il direttore dice sempre loro di cantare più forte…perché sono troppo pochi (ma, da che mondo è mondo, si è mai visto un direttore dire ai tenori di cantare “meno forte” un passaggio “forte”?). I tenori si sentono minacciati, in maggiore o minore misura, da tutte le altre sezioni: dai soprani perché raggiungono note acutissime, dai contralti perché possono eseguire senza problemi note che invece per loro sono un problema, dai bassi perché cantano forte quanto basta per coprirli (anche se non vanno oltre al mi acuto). Non c’è dubbio che i tenori preferirebbero morire piuttosto che di ammettere uno solo di questi rilievi. Infine, i tenori sono quelli che, quando cantano, muovono le sopracciglia più di tutti/e.

I BASSI eseguono le note più gravi (e questo spiega quello). Sono individui calmi, affidabili, più barbuti degli altri coristi. Si sentono sempre poco amati, ma sono convinti di avere la parte più importante del coro (opinione condivisa dai musicologi, ma non dai soprani o dai tenori)… anche se si tratta della parte più noiosa di tutte, laddove cantano, per una pagina intera, la stessa identica nota (o, tutt’al più, la nota una quinta sopra o sotto). Essi compensano questo fastidio cantando il più forte possibile (la maggior parte dei bassi potrebbe suonare il basso tuba, e con ottimi risultati, peraltro). I bassi sono l’unica sezione che può lamentarsi di cantare troppo in basso; quando cercano di raggiungere note molto gravi, fanno smorfie orribili. Sono persone indulgenti tranne che con i tenori, da loro considerati nient’altro che emeriti commedianti. I bassi amano i contralti, tranne quando cantano in duo con loro e loro hanno la parte migliore. Quanto ai soprani, sono su un altro universo che i bassi giudicano semplicemente incomprensibile. Quando i soprani sbagliano, i bassi non si capacitano di come si possa cantare così in alto e così male. Se invece sono i bassi a sbagliare, essi proseguono tranquillamente, consapevoli che prima o poi, bene o male, si ritroveranno nella giusta tonalità (tanto, sono coperti dalle altre sezioni…).

(Estratto da EC Magazine 2/01, rivista edita da Europa Cantat, Fédération Européenne des Jeunes Chorales)