Muore Lucio Dalla, all’improvviso, inaspettatamente. Il mondo della Musica ne è profondamente colpito, attonito. Anch’io, personalmente, mi sento colpito, confuso, incredulo. Per me Lucio Dalla era innanzitutto la sua canzone che lo lanciò a San Remo: “4 marzo 1943”. Una musica indimenticabile, una melodia facile, orecchiabile eppure così vibrante, toccante. Le parole erano poesia: “Dice che era un bell’uomo e veniva, veniva dal mare / parlava un’altra lingua, però sapeva amare…” Ricordo le polemiche che accompagnarono quel testo. L’originale “… per la gente del porto mi chiamo Gesùcristino”, lo dovette cambiare in “… per la gente del porto mi chiamo Gesùbambino”. Incredibile.
Poi quel titolo, la data della sua nascita, mi ricordava che avevamo la stessa età, che eravamo nati entrambi durante la guerra a poco più di un mese di distanza, e anche questo me lo rendeva più vicino. Mi vantavo, mi sono sempre vantato di essere della stessa “classe” di grandi come Gianni Rivera, Sandro Mazzola, e appunto, Lucio Dalla. Uomini dalla classe purissima, con i quali mi accontentavo di condividere solo la modesta classe anagrafica, quel poco che però mi dava l’illusione di accomunarmi a loro.
La sua scomparsa mi sembra impossibile. Come può non esserci più uno nel quale, sia pure in questa minima misura, mi è sempre piaciuto identificarmi? E le sue canzoni, Piazza Grande, Caro amico ti scrivo, Attenti al lupo, Caruso, e tante altre, incise in cassette che per tanto tempo mi hanno accompagnato, in auto, durante i lunghi viaggi settimanali verso il sud dell’Italia, potranno più farmi compagnia come allora, ed alleviare il disagio e la fatica, riempiendomi l’animo di dolcezza, di serenità? No, non più. Riascoltarle adesso mi provoca una forte nostalgia, una percezione quasi fisica dell’ineluttabile. So che mi mancheranno la sua faccia irsuta e il suo sorriso ironico, le sue sopracciglia ad arco a manifestare una finta sorpresa, quasi clownesca, ma soprattutto mi mancheranno quella sua musica e quelle sue canzoni non ancora composte e che non potrà comporre mai più.
Addio Lucio, classe di ferro.
Un uomo grande come la sua musica: essenziale ! pur essendo ricca e armoniosa la sua musica ! W LUCIO DALLA !