Un grande presidente

di Giuliano Parlanti

 Il ricordo di Mauro Ulmi, Presidente della Corale, improvvisamente scomparso il 16 marzo 2005, in una sintesi della relazione tenuta dal Vice Presidente Giuliano Parlanti, in occasione dell’Assemblea Generale dei soci del 29 marzo 2005.

 E’ stata una grande perdita per tutti.

 Prima di tutto per la sua famiglia, che perde il suo grande amore, profondo e costante, perde un punto di riferimento e di sostegno insostituibile.

 Poi per noi che perdiamo la nostra guida, ma non solo, perdiamo uno di noi, una parte viva di noi che eravamo la sua seconda famiglia.

 Perdiamo un amico, io personalmente perdo un amico che mi ha accompagnato nei primi anni della mia attività professionale, dal quale ho imparato molte cose, al quale devo molto anche al di fuori dell’ambito lavorativo. Mi ha insegnato ad amare lo sport, ad esempio. Lui era appassionato e competente di sport, non solo di calcio (che aveva praticato in gioventù, nelle file del Grosseto), ma di tutto lo sport, ed in particolare del tennis che ha sempre praticato, possiamo dirlo, fino alla morte.

 Era un vero sportivo e da vero sportivo era un uomo generoso. Grazie alla sua generosità ha messo il suo talento, le sue capacità, il suo tempo e le sue energie a disposizione della comunità, dell’amministrazione civica, dell’A.V.O. e, non ultima, la Corale.[…]

 Mauro era generoso e pronto verso gli altri, amava la vita, amava le cose belle della vita e per la musica, una tra le cose più belle, aveva una vera e propria passione. Era cresciuto in famiglia tra la musica e il canto, in una famiglia che aveva la Corale Puccini nel suo destino: il babbo Elio è stato un appassionato corista, direi per tutta la sua vita. Mauro ne è stato il Presidente fino alla fine prematura della sua vita.

 Non credo sia necessario ricordare qui quello che Mauro ha fatto negli anni della sua presidenza. Quello che mi preme ricordare è come lo ha fatto: il suo modo di agire, di essere, di porsi nei rapporti con gli altri.

 Anche gli impegni più seri e gravosi li affrontava con estrema semplicità, con una assoluta nonchalance, tanto da farli sembrare semplici, facili. E non sempre lo erano.

 Voglio sottolineare tre avvenimenti importanti, tre impegni che, dovendoli affrontare un altro, si sarebbe sentito tremare i polsi. Primo: la partecipazione nel 2001, con scarsità di mezzi, al II Festival Internazionale di Musica Sacra a Brno, nella Repubblica Ceca; secondo, l’anno successivo la trasferta a Narbonne, in Francia, ed infine, terzo, l’anno scorso, la celebrazione dei 90 anni della Corale.

 Dobbiamo riconoscere che il maestro e i coristi hanno profuso in queste circostanze il loro massimo impegno, e che sempre la collaborazione di tutti non è mai mancata; tuttavia il grosso del lavoro organizzativo e amministrativo è gravato sulle spalle di Mauro e lui lo ha portato in fondo con naturalezza, con leggerezza, sempre con il sorriso.

 Aveva questa grande capacità, una straordinaria capacità di sdrammatizzare, di vedere e presentare sempre il lato migliore e piacevole delle cose. Sdrammatizzare e sorridere. Ma sempre tenendo fermo l’obiettivo da raggiungere, e perseguendolo con tenacia, fino al successo.

 Sempre presente, sempre accanto alla sua Corale, l’ha accompagnata ovunque, considerando suo dovere essere vicino al maestro e al coro per incoraggiarli, sostenerli, applaudirli con entusiasmo. Ha sempre profuso aggettivi superlativi (“grande”, “eccezionale”, “eccezionali” “favolosi”, era il suo intercalare usuale quando parlava del maestro, della Corale e delle loro esecuzioni), senza preoccuparsi troppo se a taluni poteva sembrare di parte.

 La sua gioia di vivere si manifestava in tutto, anche nella ricerca del buon gusto dei buoni sapori, a tavola e fuori.

 Nell’occasione di Narbonne, Anna Guidoni, allora vice presidente faceva parte della comitiva. I due non mancavano ovviamente di beccarsi ogni tanto, a causa della loro opposta collocazione politica; ma anche in questo si notava soprattutto l’ironia, anche l’auto ironia, il buonumore, la voglia di scherzare e di ridere proprie di Mauro.

 Ho voluto ricordare alcune delle caratteristiche umane di Mauro, perché la sua figura di Presidente è nota, i frutti del suo appassionato lavoro sono noti. Sotto la sua guida la Corale la Corale è stata presente in tutte le manifestazioni locali più importanti, tanto che oggi sarebbe impensabile rappresentare a Grosseto un’opera lirica con un coro diverso dalla Puccini, o anche organizzare una manifestazione o un evento importante senza la sua presenza.

 Potrà tutto tornare ad essere come prima?

 Non sarà facile, ma sono sicuro che ce la faremo: ci dovremo rimboccare le maniche, dovremo lavorare duro, e lo faremo. Sappiamo di non poter più fare affidamento sul suo sostegno, sulle sue capacità, sulla sua competenza, ma ce la metteremo tutta. Continuare sulla strada dell’impegno verso il successo, raggiungere traguardi all’apparenza ambiziosi, raccogliere i frutti di quanto Mauro ha seminato e continuare sulla strada che ha tracciato, sarà il nostro modo di ringraziarlo ed onorarne la memoria.

Mauro Ulmi in trasferta con la Corale a Montecassino in occasione dell’esecuzione del Requiem di Verdi

di Giuliano Parlanti

 

Il ricordo di Mauro Ulmi, Presidente della Corale, improvvisamente scomparso il 16 marzo 2005, in una sintesi della relazione tenuta dal Vice Presidente Giuliano Parlanti, in occasione dell’Assemblea Generale dei soci del 29 marzo 2005.

E’ stata una grande perdita per tutti.

Prima di tutto per la sua famiglia, che perde il suo grande amore, profondo e costante, perde un punto di riferimento e di sostegno insostituibile.
Poi per noi che perdiamo la nostra guida, ma non solo, perdiamo uno di noi, una parte viva di noi che eravamo la sua seconda famiglia.
Perdiamo un amico, io personalmente perdo un amico che mi ha accompagnato nei primi anni della mia attività professionale, dal quale ho imparato molte cose, al quale devo molto anche al di fuori dell’ambito lavorativo. Mi ha insegnato ad amare lo sport, ad esempio. Lui era appassionato e competente di sport, non solo di calcio (che aveva praticato in gioventù, nelle file del Grosseto), ma di tutto lo sport, ed in particolare del tennis che ha sempre praticato, possiamo dirlo, fino alla morte.
Era un vero sportivo e da vero sportivo era un uomo generoso. Grazie alla sua generosità ha messo il suo talento, le sue capacità, il suo tempo e le sue energie a disposizione della comunità, dell’amministrazione civica, dell’A.V.O. e, non ultima, la Corale.
Mauro era generoso e pronto verso gli altri, amava la vita, amava le cose belle della vita e per la musica, una tra le cose più belle, aveva una vera e propria passione. Era cresciuto in famiglia tra la musica e il canto, in una famiglia che aveva la Corale Puccini nel suo destino: il babbo Elio è stato un appassionato corista, direi per tutta la sua vita. Mauro ne è stato il Presidente fino alla fine prematura della sua vita.
Non credo sia necessario ricordare qui quello che Mauro ha fatto negli anni della sua presidenza.
Quello che mi preme ricordare è come lo ha fatto: il suo modo di agire, di essere, di porsi nei rapporti con gli altri.
Anche gli impegni più seri e gravosi li affrontava con estrema semplicità, con una assoluta nonchalance, tanto da farli sembrare semplici, facili. E non sempre lo erano.
Voglio sottolineare tre avvenimenti importanti, tre impegni che, dovendoli affrontare un altro, si sarebbe sentito tremare i polsi. Primo: la partecipazione nel 2001, con scarsità di mezzi, al II Festival Internazionale di Musica Sacra a Brno, nella Repubblica Ceca; secondo, l’anno successivo la trasferta a Narbonne, in Francia, ed infine, terzo, l’anno scorso, la celebrazione dei 90 anni della Corale.
Dobbiamo riconoscere che il maestro e i coristi hanno profuso in queste circostanze il loro massimo impegno, e che sempre la collaborazione di tutti non è mai mancata; tuttavia il grosso del lavoro organizzativo e amministrativo è gravato sulle spalle di Mauro e lui lo ha portato in fondo con naturalezza, con leggerezza, sempre con il sorriso.
Aveva questa grande capacità, una straordinaria capacità di sdrammatizzare, di vedere e presentare sempre il lato migliore e piacevole delle cose. Sdrammatizzare e sorridere. Ma sempre tenendo fermo l’obiettivo da raggiungere, e perseguendolo con tenacia, fino al successo.
Sempre presente, sempre accanto alla sua Corale, l’ha accompagnata ovunque, considerando suo dovere essere vicino al maestro e al coro per incoraggiarli, sostenerli, applaudirli con entusiasmo.
Ha sempre profuso aggettivi superlativi (“grande”, “eccezionale”, “eccezionali” “favolosi”, era il suo intercalare usuale quando parlava del maestro, della Corale e delle loro esecuzioni), senza preoccuparsi troppo se a taluni poteva sembrare di parte.
La sua gioia di vivere si manifestava in tutto, anche nella ricerca del buon gusto dei buoni sapori, a tavola e fuori.
Nell’occasione di Narbonne, Anna Guidoni, allora vice presidente faceva parte della comitiva. I due non mancavano ovviamente di beccarsi ogni tanto, a causa della loro opposta collocazione politica; ma anche in questo si notava soprattutto l’ironia, anche l’auto ironia, il buonumore, la voglia di scherzare e di ridere proprie di Mauro.
Ho voluto ricordare alcune delle caratteristiche umane di Mauro, perché la sua figura di Presidente è nota, i frutti del suo appassionato lavoro sono noti. Sotto la sua guida la Corale la Corale è stata presente in tutte le manifestazioni locali più importanti, tanto che oggi sarebbe impensabile rappresentare a Grosseto un’opera lirica con un coro diverso dalla Puccini, o anche organizzare una manifestazione o un evento importante senza la sua presenza.
Potrà tutto tornare ad essere come prima?
Non sarà facile, ma sono sicuro che ce la faremo: ci dovremo rimboccare le maniche, dovremo lavorare duro, e lo faremo. Sappiamo di non poter più fare affidamento sul suo sostegno, sulle sue capacità, sulla sua competenza, ma ce la metteremo tutta. Continuare sulla strada dell’impegno verso il successo, raggiungere traguardi all’apparenza ambiziosi, raccogliere i frutti di quanto Mauro ha seminato e continuare sulla strada che ha tracciato, sarà il nostro modo di ringraziarlo ed onorarne la memoria.