Sensazioni all’ascolto: “Sicut cervus” di Giovanni Pierluigi da Palestrina

Ci sono brani di cui, già da un primo attento ascolto, avverti subito la capacità di scavarti dentro.
Leggendone il testo, poi, ti sembra di capire quasi la trama del pensiero dell’autore.
Che tu sia credente o meno, il Sicut cervus di Giovanni Pierluigi da Palestrina è senza dubbio un archetipo della descrizione del desiderio di Dio da parte dell’uomo o, “laicamente”, il desiderio di senso, di ricerca della direzione del cammino, grazie a un testo meraviglioso, tratto dal Salmo 41, ed alla musica quantomai ispirata.
Prima di dire qualunque altra cosa, è meglio ascoltare il brano:

“Come la cerva assetata
cerca un corso d’acqua
anch’io vado in cerca di Te,
mio Dio”

Sembra che questo mottetto sia stato composto nel periodo in cui all’Autore venivano a mancare alcuni tra gli affetti più cari della sua vita: la moglie, i due figli, un fratello.
Facile, quindi, immaginare che proprio dal dolore, simile a quello dell’esule ebreo a Babilonia, si stagli il grido, dolcissimo e carico di nostalgia, della ricerca di senso, della ricerca di Dio.
Il testo è declamato dalle quattro voci, soprani, contralti, tenori e bassi, in modo “sfalzato” secondo la tecnica nota col nome di contrappunto tipica della polifonia classica.
Chi sta scrivendo non ha cultura musicale tale da permettergli un’analisi esaustiva, testo/musica, del brano:   sarà capitato anche a te sin da bambino, alle elementari, che ti venisse chiesto di ascoltare e appuntare le sensazioni suscitate dall’ascolto e, credo altrettanto di sicuro, ti sarà capitato che l’ascolto di alcuni brani e canzoni, di qualunque genere, ti abbiano suscitato e, via via, ancora riescano a suscitare, anche inaspettatamente, delle sensazioni irrefrenabili che riconosci subito tanto da chiamarle, subito, col loro nome.
Ebbene, il paroliere di questo mottetto è senza dubbio bravo: che sia il Re David od altri, con poche parole dipinge una scena chiara, delineata, che fa di una preghiera una poesia, un torrente sotterraneo che ti scava dentro.
I Salmi, come preghiere calate nella plurisecolare storia del popolo di Israele, divengono paradigma della storia umana, esprimono la vita dell’uomo, il senso della storia, il suo rapporto con Dio.
Il musicista è sicuramente altrettanto “bravo” tanto che, da secoli, è chiamato “Princeps Musicae”, il Principe della Musica.
All’inizio a cantare è una voce sola perché l’immagine del paragone, che si fa preghiera, deve essere prima di tutto evocata direttamente nel cuore dell’ascoltatore, non deve essere descritta in modo didascalico ed “imposta” alla mente con l’insieme delle voci: il desiderio nasce dentro di te, scava dentro di te, non nasce al di fuori di te.
E’ l’anelito di ciò che ora, adesso, io che scrivo o che canto, sento mancarmi.
E’ l’anelito di ciò di cui tu, ascoltatore, avverti il vuoto, la mancanza: non hai bisogno di tante ulteriori e ridondanti spiegazioni.
Come posso immediatamente ricordarti quale sia quella sensazione che ti nasce dentro, quell’urgenza di trovare un senso ai tuoi giorni, all’ora, all’oggi che stai vivendo, a quell’urgenza di trovare Dio?
La risposta è chiara all’ascolto:

—> è come il desiderio di bere che avverte un animale assetato, è quell’urgenza che lo spinge a ricercare il torrente dove dissetarsi e, qui, la musica scorre naturalmente, descrive la sensazione che è chiara e ben nota, intuitiva;

—> così, con la stessa urgenza, la mia anima Ti cerca, perché sa che Tu, mio Dio, sei il senso. In questa seconda parte del parallelismo lessicale, la musica è più sommessa e nostalgica perché si è come dinanzi all’abisso del cuore umano, talvolta prigioniero del dolore o dell’errore.

La musica si eleva proprio quando, per la prima volta, viene cantata la parola “anima” e non a caso lo fa, per prima, la voce che canta nella tessitura più acuta, più alta.  Ed ecco, finalmente,  acquietarsi la nostalgia.

Sperando che queste poche parole abbiano suscitato la curiosità di cercare delle ben migliori guide all’ascolto, ti invitiamo a riascoltare il brano: è la musica insieme alle parole a darti la misura della grandezza di questo brano!

Se poi vorrai contattaci, il brano è ovviamente nel nostro repertorio: non puoi neppure immaginare l’emozione di cantarlo…