Mai dimenticare la strage di Capaci: il testo del “Requiem per le vittime della mafia” di Vincenzo Consolo

Capaci, pochi minuti dopo la strage:

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REQUIEM E KYRIE

Pace, pace o Signore, riposo, fermo cielo per loro, luminoso.

Per Te, Dio, dal Tempio il canto, per Te il voto da questa Palermo.

Ascolta me, me supplice ascolta, Magistrato dell’estremo giudizio. Dio, misericordia, o Cristo, soccorso, Domine Dio, pietà.

DIES IRAE

Il giorno dell’ira, giorno tremendo in bagliore finirà questo mondo, disse David, profetò la Sibilla.

Rigore, attasso, tremore d’ossa allor che il Giudice dall’alto seggio fredda la mente, grave inquisirà.

Lancia la tromba orrendo suono per ogni tomba, dissolta, remota, suscita, spinge davanti al Trono.

Stupirà Morte, stupirà Natura quando s’alza, risorge il sepolto per la sentenza del Giudice sommo.

Implacabile denunzia quel libro dove errori, peccati son scritti: istruttoria del misero mondo.

E quell’occhio del Giudice assiso svelerà colpe oscure, rimosse: nulla, nessuno rimane impunito.

Il giorno dell’ira, giorno tremendo in fragore finirà questo mondo, disse David, profetò la Sibilla. Me meschino, muto, impetrato qual difensore potrà discolpare se solo il giusto sarà perdonato?

O Maestà, o tremendo Potere, che per tua grazia salvi chi salvi, salva me, fiumara di grazia.

Gesù d’amore, fratello, perdona me artefice del tuo calvario, non dannarmi quel giorno fatale. Giusto, Giudice, d’esatta scolenza, concedi grazia, rimetti mia pena prima che giunga l’estremo verdetto.

Colpevole, piango, gemo, làstino, vampe, sudori segnano il volto, proscioglimi. Dio, ti supplico.

È miserevole la mia istanza, ma Tu, Magnanimo, dalle valenza: no, non mi consumi, fiamma di zolfo. Tu separami dall’orda dannata, Tu aggregami alla schiera beata, ponimi in alto. Dio, in salvamento.

Scacciàti nel baratro ardente i malvagi da Te maledetti, voca me, o Signore, nel cielo. dammi infine la pace, l’abènto.

Il giorno dell’ira, giorno tremendo, in faville finirà questo mondo, disse David, profetò la Sibilla.

Quell’altro giorno di pianto, clamore in cui ognuno da cenere, fuoco torna al giudizio, clemenza, Dio, per loro, creature di pena, soccorso, Cristo, umano fratello. Pace e luce concedi, e riposo.

OFFERTORIO

O Tu Signore, o Cristo, di gloria Re glorioso dei nostri màrtiri libera l’anima da grave pena d’oscuro abisso, libera loro da atroce strazio, non li dilanii ordigno infame: il sant’alfiere Michele arcangelo l’anime porti a quella luce che Dio promise alla pia stirpe di padre Abramo.

SANCTUS

Aghios, aghios o Pantocrator, Dio di giudici, di scorte, di cielo e terra di Te risplendono. E lòria, lòria, gloria coeli, binidittu cu vieni in nomine Domini. Nell’empireo osanna.

AGNUS DEI

Dio sacrificale, Redentore del mondo, pace concedi a loro. Agnello divino, solvente di colpa, pace concedi a loro Gesù d’amore, misericordia, pace concedi a loro, eterna.

LUX AETERNA

Fisso splendore per loro, Signore, fra gli splendidi Santi, in eterno, Generoso Dio, eterno riposo dona loro, visione di luce eterna, accanto ai Santi, in eterno, o Dio luminoso

LIBERA ME

Vita eterna, Dio, non la morte per me, l’ora, il giorno tremendo quando cielo e terra si squarciano: Tu appari nel tribunale del mondo a leggere sentenze di fuoco Verga a verga io tremo, io temo l’ira gelida sotto il processo, quando cielo, terra sconquassano.

Ira, sciagura, rovina quel giorno, quel giorno immenso, d’immensa pena.

Pace, pace, o Signore, riposo, terso cielo per loro, luminoso.

I brani scritti da Vincenzo Consolo, furono musicati di L. Ferrero, C. Galante, P. Arcà, M. D’Amico, G. Sollima, M. Betta e M. Tutino – eseguito in pubblico nella Cattedrale di Palermo sabato 27 marzo 1993. il Requiem venne poi trasmesso dalla Rai